Come si fa ad essere a favore della pace se si permette a chi la guerra
la
produce e la combatte di scorrazzare liberamente per le
strade!
L’articolo 11 della Costituzione italiana proclama che
“l’Italia
ripudia la guerra”. Potrebbe sembrare una dichiarazione
antimilitarista.
Eppure l’Italia non solo possiede un esercito regolare, ma
lo impiega in
decine di operazioni di guerra globale.
Dall’Afghanistan ai
Balcani i “nostri” ragazzi, ammazzano,
bombardano, violentano, distruggono e
poi si fanno riprendere dalle
televisioni nazionali mentre distribuiscono
acqua ai bambini che hanno
fatto diventare orfani, a quei bambini che non
avranno più una scuola da
frequentare perché crollata sotto i colpi di
mortaio!
Non contento di portare la distruzione fuori dai confini
nazionali, lo
Stato italiano ha deciso di schierare i militari anche nelle
strade delle
nostre città, per meglio reprimere chi costretto alla fame dalla
finanza
globale e dal lavoro precario o salariato è costretto a rubare;
chi
costretto alla fuga dal proprio paese d’origine, dove lascia amori
e
affetti cari, si trova senza il pezzo di carta giusto in tasca e
viene
sbattuto in un lager; chi deciso a non stare con le mani in mano mentre
la
deriva sociale del Capitale avanza inesorabile si oppone ai progetti
di
devastazione ambientale (discariche, inceneritore, TAV, nucleare),
di
disgregazione sociale, di guerra globale.
E nonostante con il “proprio”
esercito in strada bisognerebbe
dichiarare lo stato di guerra civile, la pace
sociale ed il ciclo del
produci-consuma-crepa vanno avanti, nonostante la
“crisi” economica
mondiale (la costante del Capitalismo).
Ma
l’articolo 11 non si ferma alla su citata definizione, in quanto
subito dopo
precisa che “l’Italia ripudia (solo) la guerra come
strumento di offesa alla
libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie
internazionali”. Ed ecco allora che i
poteri del linguaggio e della
mistificazione mediatica diventano
indispensabili. Se non riusciamo a farci
attaccare per combattere “guerre
difensive”, è necessario far passare
un’operazione bellica con un
altro nome. Ed ecco spuntar fuori le “missioni
umanitarie”. La sostanza
è la stessa: mimetiche, esplosioni, morti dilaniati,
distruzione.
Con i soldati costretti alla coscrizione alla maggiore età,
si incorreva
nel problema che in tanti si dichiaravano non sottomessi,
disertori, e
preferivano la galera o la latitanza alla militarizzazione
forzata che li
avrebbe costretti a sparare contro i propri fratelli
provenienti da altri
luoghi della Terra. Problema risolto. Basta tagliare i
fondi
all’istruzione (come sta facendo la 133 Gelmini/Tremonti), alla
sanità,
all’assistenza sociale, per avere un bel gruzzoletto (milioni e
milioni
di euro) con cui “invogliare” tutti i poveri, i disoccupati, i
ragazzi
del sud, vestirli di tutto punto, armarli per bene e mandarli al
macello
per conquistare qualche pozzo petrolifero in medio oriente.
Il
4 novembre del 2006, sei compagni furono fermati dai carabinieri per
aver
esposto striscioni contro la guerra e distribuito volantini
antimilitaristi
in via vittime di Nassirya, ribattezzata per quel giorno
via Augusto Masetti,
anarchico e disertore. Furono trattenuti per ore in
caserma, e furono tutti
denunciati. Il 30 gennaio per cinque di loro
inizierà un processo per
vilipendio. Un processo politico intrapreso dalla
Stato italiano contro chi
non si rassegna allo stato di guerra permanente e
alla militarizzazione dei
territori e delle coscienze, contro chi non
smetterà mai di chiamare
mercenari chi combatte in cambio di soldi
conflitti che non gli appartengono
e che non sono che funzionali ai padroni
dell’economia e della politica,
contro chi non smetterà di propagare
l’idea che non basta essere
genericamente a favore della pace, ma che
bisogna adoperarsi attivamente per
eliminare la guerra dalla faccia della
Terra e chi la genera, quindi
individuando innanzitutto come principali
responsabili gli Stati, i loro
eserciti ed il sistema capitalista.
Solidarietà ai compagni
antimilitaristi imputati
Contro la guerra e tutti gli eserciti
Per la
Rivoluzione Sociale
GRUPPO ANARCHICO “SENZA PATRIA”, Benevento